sabato 25 settembre 2010

Casa dolce Casa

Periodicamente, nella mia vita, arriva un momento in cui sento la necessità di raccontarmi. Di solito questo momento è figlio di situazioni difficili, di momenti di sconforto e di delusioni sentimentali. Probabilmente sfogarsi tramite le righe di un blog aiuta a guarire le ferite e, almeno per me, questo può essere un  assunto da considerarsi inconfutabilmente vero. Tiro fuori i problemi, metto ordine nella mia testa e il gioco è fatto.  Sono le dita che battono sapientemente i tasti della testiera del mio laptop e danno forma alle mie inquietudini, in modo da poter condividere ciò con gli altri. Ciò che mi inquieta oggi è la ricerca di una casa. Ho 30 anni, una moglie e un figlio in arrivo. La mia vecchia casa se l’è portata via un fiume di fango che, un pomeriggio d’estate, mentre io e mia moglie eravamo stesi sulle asciugamani, su una dorata spiagga di un isolotto sperduto della Grecia. Era la nostra prima vacanza dopo il matrimonio, in quanto non avevamo fatto il viaggio di nozze per mancanza di denaro. A distanza di qualche mese dal nostro matrimonio potemmo permetterci un last minute di una settimana  in bassa stagione, ma una vacanza è pur sempre una vacanza. Fummo informati del l’alluvione che colpì la nostra abitazione durante il terzo giorno di vacanza, ci precipitammo in aeroporto dopo una traversata di 3 ore in traghetto per raggiungere la prima isola dotata di aeroporto e comprammo, in fretta e furia, gli ultimi due biglietti dell’ultimo volo della giornata diretto ad Atene, dove ripartimmo alla volta dell’Italia per la modica cifra di 700€ a persona tasse incluse.  Arrivati in Italia ci ritrovammo senza casa, senza mobili e senza vestiti, se non quelli che avevamo portato in vacanza e che avevano sostato un paio di giorno in aeroporto in quanto smarriti.
 La casa non era assicurata, la macchina, parcheggiata in garage, invece lo era anche per le calamità naturali e la cosa mi diede coraggio. Per fortuna avevamo i nostri lavori e due stipendi abbastanza dignitosi per pagare l’affitto di un bilocale vicino al posto in cui lavoravamo.  Lavoravamo, appunto. Non aggiungo altro. Alluvionati, cassaintegrati e prossimi genitori, in quanto i primi tre giorni in Grecia ci divertimmo un bel po’.
Ora vi scrivo, seduto sul tavolo della cucina di casa dei miei, mentre mia moglie, mia madre e mio padre sono usciti per andare a messa. Mentre vi scrivo sto guardando la tv. C’è uno speciale del Tg La 7 e Gianfranco Fini  sta spiegando agli italiani che lui non ha colpe nella vicenda della casa a Montecarlo e sta lanciando il suo personale j’accuse nei confronti  dei media Italiani che, a suo dire, hanno montato il caso con l’intento di colpirlo personalmente, dopo che quesi aveva rotto con il fido amico B. Qualche mese fa, Scajola  fu costretto a dimettersi da ministro a causa di una vicenda riguardante l’acquisto di un appartamento con vista colosseo al prezzo di un monolocale in periferia. Lui disse che gli avevano comprato la casa a sua insaputa e io non posso far altro che credergli. Anche a me hanno intestato una casa a mia insaputa. Lui fu fortunato, in quanto si accorse di ciò che è accaduto, io meno, in quanto non me ne rsi conto. Infatti sto ancora cercando di capire dove sia la casa che hanno intestato a mio nome. Passo le mie giornate da disoccupato in giro per l’italia alla ricerca dell’immobile incriminato. Nell’attesa di chiarire il misfatto continuo a mandare curriculum dal mio pc con la viva speranza di risollevarmi da questa situazione di merda, ripromettendomi di non piangermi più addosso perchè sono fortunato. In fondo non mi hanno mica sequestrato uno Yatch da 50 Milioni di €. Non lo faranno mai e mio figlio non avrà mai traumi. Devo solo cercare la società alla quale è stato intestato il natante (a mia insaputa, sia inteso), magari posso appoggiarmi lì per il momento, mentre cerco casa e lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento